Bruxelles mette in guardia contro un "elevato rischio di corruzione" negli appalti pubblici in Spagna.

Nella sua relazione sullo stato di diritto del 2025, la Commissione europea critica la mancata attuazione della sua strategia nazionale anticorruzione.
"Gli appalti pubblici, il finanziamento dei partiti politici e i progetti infrastrutturali pubblici in Spagna sono settori chiave ad alto rischio di corruzione". Questo secondo il Rapporto sullo Stato di Diritto 2025, pubblicato oggi dalla Commissione Europea e pubblicato nel mezzo di una crisi di governo colpita proprio dalla corruzione.
L'allarme non è nuovo, ma la sua gravità sembra aumentare. Il 40% delle aziende spagnole ritiene che la corruzione abbia impedito loro di aggiudicarsi appalti negli ultimi tre anni, secondo il rapporto europeo citato dal Flash Eurobarometro sugli atteggiamenti delle imprese nei confronti della corruzione, di cui la Commissione prende atto. Questa cifra è praticamente il doppio rispetto al livello riportato nel documento dell'anno precedente e ben al di sopra della media dell'Unione Europea del 25%.
La Relazione sullo Stato di Diritto di quest'anno dovrebbe concludersi nel 2024. Per questo motivo, non include alcun riferimento, né gli effetti o le opinioni derivanti da recenti scandali, come quelli che hanno portato la Corte Suprema a ordinare la detenzione provvisoria dell'ex segretario organizzativo del PSOE, Santos Cerdán. Tuttavia, il caso dell'ex Ministro dei Lavori Pubblici José Luis Ábalos è espressamente menzionato, poiché la relazione indica che "nell'ottobre 2024, un ex ministro e membro del Parlamento è stato incriminato come persona di interesse in un presunto caso di corruzione legato alla pandemia", e il caso contro il Procuratore Generale dello Stato.
Bruxelles si sta concentrando sul numero di gare pubbliche a cui si è presentato un solo candidato, poiché questi sono i casi più sospetti di brogli. In Spagna, questi casi sono saliti al 33%, rispetto a una media UE del 29%.
"Le principali cause di reclami e comunicazioni in materia di appalti pubblici sono presunte irregolarità nell'aggiudicazione degli appalti, seguite da presunte pratiche corrotte, reclami relativi all'esecuzione dei contratti e, infine, questioni relative al ricorso al subappalto", afferma la Commissione.
Secondo Bruxelles, i contratti di servizio sono i più vulnerabili e rappresentano il 64% dei reclami per possibili manomissioni.
D'altro canto, la Commissione europea critica il fatto che "il finanziamento dei partiti politici resta un settore ad alto rischio e non sono state adottate misure per riformare la legislazione elettorale in linea con le raccomandazioni della Corte dei conti".
Strategia anticorruzioneL'esecutivo dell'UE sottolinea inoltre che "lo sviluppo della strategia nazionale anticorruzione prevista dalla legge non è ancora iniziato". La legge che regola la tutela delle persone che segnalano violazioni normative e la lotta alla corruzione, approvata nel 2023, imponeva al governo di adottarla entro settembre 2024. Tuttavia, con quasi un anno di ritardo, i lavori non sono ancora iniziati.
"Secondo le parti interessate, nonostante l'inclusione delle priorità anticorruzione nei piani e nelle strategie settoriali, l'assenza di una strategia unitaria rischia di portare alla frammentazione e a un controllo insufficiente delle misure anticorruzione", hanno osservato fonti di Bruxelles, aggiungendo che una prima bozza sarà preparata ora che Manuel Villoria Mendieta è stato nominato presidente dell'Autorità indipendente per la protezione dei whistleblower.
Infine, la Commissione europea chiede maggiori sforzi per contrastare la corruzione estera, pur riconoscendo che l'individuazione di queste pratiche è migliorata.
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